Fiero di te opere di Emilio Conciatori - Roma - Via Clivo di Scauro adiacente piazza Santi Giovanni e Paolo
Categoria: Cultura
Comunicato stampa
CoopCulture presenta la mostra
FIERO DI TE
OPERE DI EMILIO CONCIATORI
Ideazione e organizzazione CoopCulture
In collaborazione con ARCHIVIO EMILIO CONCIATORI, a cura di Mauro Conciatori
Progetto espositivo di Romina Guidelli e Tanja Mattucci
DAL 22 MARZO AL 22 APRILE 2024
INAUGURAZIONE VENERDÌ 22 MARZO 2024 ORE 18
CASE ROMANE DEL CELIO, ROMA
Via Clivo di Scauro adiacente piazza Santi Giovanni e Paolo – Roma
“Ogni sua opera custodisce un'opportunità: vedere o perdersi”
R. Guidelli
Sarà inaugurata venerdì 22 marzo alle ore 18 la mostra FIERO DI TE, opere di Emilio Conciatori,
visitabile sino al 22 aprile 2024 presso le Case Romane del Celio, uno dei luoghi più affascinanti della
Roma sotterranea.
Ideata e organizzata da CoopCulture in collaborazione con l’ARCHIVIO EMILIO CONCIATORI (a cura
di Mauro Conciatori, e curata da Romina Guidelli e Tanja Mattucci, l’esposizione vuole essere il
primo sentito omaggio all’artista che con la luce “divina” e i colori ipnotici delle sue tele conquistò
persino Hollywood, tanto che Stanley Kubrick volle che fosse proprio lui a creare la prima locandina
del film "2001: Odissea nello spazio”.
La mostra sarà realizzata in collaborazione con il regista e fotografo Mauro Conciatori, erede del
maestro e detentore unico dell'archivio storico delle sue opere, che per l’occasione presenterà il
video inedito FIERO DI TE.
LE OPERE IN MOSTRA
I visitatori potranno ammirare dieci opere, appartenenti all’ultima produzione di Emilio Conciatori,
prima della scomparsa avvenuta il 17 gennaio 2017. La sua ricerca cromatica miscela le tecniche
pittoriche dei maestri della storia dell’arte antica con nuovi pigmenti ed elementi di composizione.
Base e partenza di ogni suo quadro, unico protagonista di paesaggi appassionati e misteriosi, è il
colore. L’essenza del colore caratterizza, infatti, il suo mondo creativo lasciando un segno profondo
nell'arte contemporanea e nella memoria di ognuno di noi.
“Pianeti mai visti, Odissee e Spazi. Qualcosa va e qualcosa torna su ogni tela: lasciala andare. La
libertà, questa la preghiera dipinta da Emilio in ogni quadro: che tutto accada e maisi compia perché
l'energia è del divenire. Emilio era così, vivacissima e tenace potenza. Ogni sua opera custodisce
un'opportunità: vedere o perdersi. Lasciare che tutto accada, qui e ora, oppure immaginare che
lontano dagli occhi sta accadendo… In parti sconosciute di Universi paralleli la vita si sta compiendo
e l'energia che propaga quell'azione è presenza palpabile, possibilità di visione dinamica e concreta
in condizione di stasi perfetta. Ogni quadro di Emilio Conciatori è una ri-evoluzione silenziosa” scrive
la curatrice Romina Guidelli -
Le fa eco Mauro Conciatori: “Per mio padre il colore era vita, la vita era colore; un binomio unico e
imprescindibile per commutare la nostra presenza su questo pianeta in qualcosa di inestimabile. Da
lui ho capito l’importanza della luce, la capacitàà di generare vita e colore attraverso la luce. E per
me la luce è tutto. Lui sapeva illuminare le tele come pochi al mondo, disegnava espressioni ed
emozioni attraverso la luce; quello era ilsuo punto di partenza e ilsuo punto di arrivo. Era un istintivo
che aveva saputo trarre il meglio dalle sue esperienze anche dolorose. Essere stato a contatto con
lui è stato come essere investito da un Tir in piena velocità, quella velocità di pensiero che lo ha
sempre contraddistinto”.
UNA VITA INTESA
Nato a Roma il 5 gennaio del 1933, Emilio Conciatori, già a 17 anni lavora con il padre, Gino
Conciatori, come assistente scenografo, pittore di fondali teatrali e restauratore, dal padre impara
l'arte della produzione dei colori seguendo le antiche tecniche rinascimentali. Nei primi
anni ’50 parte per Los Angeles. Qui entra in contatto con la pop art d'oltre oceano. Sulla base di
questa esperienza dà il suo personale contributo alla nascita della pop art italiana. Nel 1958 inizia a
utilizzare tecniche antiche elaborandole in modo nuovo superando i concetti stessi di pop
art ridefinendoli nell’astrattismo figurativo. In questo periodo si dedica allo studio di dei grandi
pittori italiani rinascimentali (e non solo) come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Giorgione. Dalla
loro arte apprende le tecniche e la capacità di creare i colori come per magia. Nel 1968 partecipa al
capolavoro di David Alfaro Siqueros “La marcia dell’umanità”. In questo stesso periodo incontra
Stanley Kubrick. Il regista gli commissiona la locandina di 2001: Odissea nello spazio.
Tra 1977 al 1989 Emilio Conciatori raccoglie numerosi riconoscimenti e realizza diverse esposizioni
in Giappone, Sudamerica ed Europa. Tra i suoi collezionisti di quegli anni Elizabeth Taylor e Richard
Burton, Frank Sinatra, Robert Altman, Michelangelo Antonioni, Riz Ortolani e Katina Ranieri, Mario
Del Monaco e Charlotte Rampling, una giovanissima ma già famosa star del cinema che ebbe il
piacere di dipingere sul corpo. Un’esperienza che lo fa diventare uno dei primi artisti del body
painting. Tra il 1980 e il primo decennio del 2000 espone a Roma, Firenze, Milano, Bologna, Messina
Catania, Lugano, Ginevra, San Francisco, Osaka, Hong Kong e Tokyo. Dal 2008 all’anno della sua
scomparsa, numerose sono le tappe che lo vedono esporre tra Roma e Genova, tra le altre si
ricordano: “Viaggio alla velocità della luce” nel palazzo dell’allora Provincia di Roma, “Palazzo
Valentini”, alla presenza di Nicola Zingaretti; la mostra organizzata per la IX Giornata del
Contemporaneo da AMACI, 2013, in cui Emilio Conciatori inaugura nella sua casa la mostra intitolata
“Tiffany Animal Academicum” in collaborazione con Zètema e Roma Capitale, evento in occasione
del quale la Casa Conciatori viene riconosciuta come museo; il 13 dicembre 2013, la mostra "I luoghi
dell'anima" al Museoteatro della Commenda di Prè con il patrocinio della Provincia di Genova,
occasione in cui per la prima volta espone con il figlio Mauro Conciatori e la personale del 2014 “I
viaggi di Ulisse” sempre a Genova, al Museo del Mare “Galata”, esposizione curata da Loredana
Trestin. E l’ultima, “Demoni e Dei”, a Trieste, nel 2016. Suo vero e proprio testamento artistico.
LE CASE ROMANE DEL CELIO
Le Case, o Domus, Romane del Celio, sottostanti la basilica dei Santi Giovanni e Paolo, tra il Colosseo
e il Circo Massimo, sono state aperte al pubblico nel 2002. Note anche come la "casa dei martiri
Giovanni e Paolo", racchiudono oltre quattro secoli di storia e testimoniano il passaggio e la
convivenza tra paganesimo e cristianesimo. I vasti ambienti interni, in origine botteghe e magazzini
di un edifico popolare a più piani (insula), furono infatti trasformati nel corso del III sec. d.C. in
un’elegante domus. Qui è possibile ammirare alcuni tra gli affreschi più belli di età tardo-antica.
Le Case sono di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno.
Modalità di accesso
L’ingresso sarà gratuito in occasione dell’inaugurazione. La mostra sarà poi visitabile dal giorno
successivo con il biglietto di accesso al sito:
Intero € 8.00 | Ridotto € 6.00, nei giorni: lunedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle
ore 10.00 alle ore 16.00. La biglietteria chiude un’ora prima. Chiusura: martedì e giovedì non festivi.
Partner Comunicazione Mostra WEPPART www.wepp.art
Info e prenotazioni
www.caseromanedelcelio.it - 06 39967755
Ufficio Stampa
Leeloo - informazione e comunicazione
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