Struggle – Frammenti di lotta. Incontro con il fotografo Dario L - Roma - Via Costanzo Cloro, 58
Categoria: Cultura
WSP Photography è lieta di presentare “Struggle – Frammenti di lotta. Incontro con il fotografo Dario Li Gioi” che si terrà venerdì 11 aprile dalle ore 19 presso la nostra sede in Via Costanzo Cloro 58, Roma. Ingresso gratuito.
Struggle – frammenti lotta, è un lavoro sugli sguardi e i corpi di donne e uomini in lotta. Su come le aspirazioni, i sentimenti cambino i volti stessi, creando immagini che diventano memoria.
Oggi le lotte contro un modello politico-sociale ed economico arrogante, appaiono frammentate, ma allo stesso tempo resistenti e attraenti. I gruppi che manifestano il proprio dissenso, o che portano le loro paure in piazza su temi che vanno dalle istanze ambientaliste, economiche, sociali e alle guerre, sono tantissimi. La partecipazione è costante, anche se a volte i numeri non corrispondono alla forza delle istanze. Sono lampi. Si muovono in modo trasversale. Confluiscono in altre lotte. Si fanno corpo in movimento, o se vogliamo, sono un movimento di corpi che si oppone al potere di turno.
Negli anni’70, le strade e le piazze delle grandi città italiane sono state lo scenario della lotta di classe e della contrapposizione ideologica tra destra e sinistra, tra i gruppi extra parlamentari, culminata nel ’77, anno in cui lo scontro raggiunse l’apice. Gli anni di piombo, conteranno 351 morti e 768 feriti. La morte di Aldo Moro, aprirà la stagione del riflusso.
L’affermazione del modello consumistico e individualistico, la lenta dismissione del sistema industriale e il conseguente declino dell’operaismo, che scalfisce la capacità di mobilitazione sindacale, genereranno reti di protesta meno strutturate, sempre meno legate alle classi sociali. Unica eccezione, il movimento femminista, che pur scontando alcune divisioni, rimarrà forte.
Gli anni ’80 saranno così il decennio perduto della partecipazione. Non perché manchi la voglia, ma perché ogni istanza di manifestare si scontra con la sconfitta dei movimenti radicali e con l’apparato repressivo nato sulla scorta della lotta al terrorismo.
La Pantera nel 1990 ( che seppur di breve vita rivoluziona la comunicazione delle proteste) e, successivamente, il movimento No Global, che fanno della critica al sistema capitalistico il focus della loro azione, segnano la riscossa della partecipazione. La spinta propulsiva, tuttavia, si spegnerà a Genova nel 2001, sotto i colpi dei manganelli. In Italia il movimento No Global non ha lasciato eredi, se non, almeno in apparenza, rassegnazione.
I movimenti di oggi sono nel bene e nel male figli di questa storia. Spesso vengono guardati con diffidenza e timore. La piazza evoca ricordi di una stagione che molti hanno rimosso.
Negli ultimi quattro anni, il fotografo Dario Li Gioi ha usato la fotografia, senza acrobazie formali, come linguaggio per indagare la realtà dell’attivismo. Perché quello che si muove è più di quello che vediamo. Il corpo e il potere. La rabbia e la gioia. Lo spazio urbano come luogo di opposizione emotiva a un sistema di potere che tende essere indifferente e spesso manipolatorio. Ha usato Instagram, come un diario, come fanno i vari movimenti, per raccontare senza filtri.
Dario Li Gioi è nato a Erice (Trapani). È laureato in scienze politiche. Lavora come fotografo freelance con sede a Roma. Nel 2016 fonda il collettivo LISA con Santolo Felaco e Gian Marco Sanna. Nella sua fotografia privilegia tematiche sociali e antropologiche. I suoi lavori sono pubblicati su L’Espresso, D di Repubblica, Corriere della Sera, El Pais, Phaidon, Premio Nobel, Witness Journal, Lensculture, Vice Italy, Click Magazine, Animaloci.
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