Affrontare il tema del lutto é una scelta scomoda.
Nella galleria milanese Amy d Arte Spazio , nel Brera District , va in mostra la fotografia di Alessandra Book al suo primo esordio a Milano.
Il titolo , A song for our ancestors , é toccante e sembra introdurci in una storia ancestrale . La mostra si sviluppa come una narrazione , in cui lo spettatore si trova immerso nell'ampio spazio della galleria con un allestimento volutamente scevro , scarno; gruppi di fotografie danno vita a quattro installazioni a parete composte ciascuna da cinque e più opere , stampate su carta Matt Fine Art, ognuna in un formato diverso non ancora incorniciate perché l'affetto non é ancora pronto a farsi ricordo e simulacro. Completano l'esposizione due grandi stampe , un video e una struttura a cerchio cava da cui affiora la luce.
Soggetti delle opere sono ricordi e parti di natura selvatica ed astratta , processati entropicamente. Il risultato é un efficace confronto tra l'uomo ,il suo divenire e la natura in una dimensione circolare di equilibrio precario .
Nel lavoro "A song for our ancestors" il racconto si pone come spazio finzionale e pratica relazionale in cui la memoria può svolgere la sua creativa funzione riparatrice.
Al fondo di questo lavoro vi é la convinzione che la memoria e la narrazione siano gli strumenti fondamentali che l'artista ha per fare esperienza , per vivere il cambiamento e , quindi, per avere una presa maggiore su di sé.
La memoria é al centro del processo di comprensione e di responsabilità riguardo al senso e alla direzione che Alessandra vuole dare al proprio passato , con la possibilità di dotarsi di un nuovo racconto capace di restituire continuità.
"Il potere della memoria non risiede nella sua capacità di far risorgere una situazione o un sentimento effettivamente esistiti , ma in un atto costitutivo della mente legato al proprio presente e orientato verso il futuro della propria elaborazione".
Jacques Derrida , Memorie per Paul De Man .
Concepire spazi di elaborazione e percorsi di senso in uno spazio-tempo transizionale e di esitazione dove ha luogo una potente trasformazione, questo è quanto ci siamo preposti presentando “ A song for our ancestors “.
La mostra si arricchisce di un testo critico di Kamil Sanders, curatore dell'esposizione.
Alessandra Book nasce nel 2001 a Roma. Nel 2023 conclude gli studi di Fotografia presso lo IED di Roma, nello stesso anno è finalista al Ragusa Foto Festival e il suo lavoro di tesi viene pubblicato su l’Espresso. Nel 2024 è tra i cinque vincitori del Premio Driving Energy, promosso da Terna, e il suo lavoro è esposto nelle sale del Palazzo delle Esposizioni a Roma. Attualmente studia Storia dell’Arte presso la Sapienza. La sua fotografia è legata a storie intime, che si intrecciano con la biografia dell'autrice per ampliarsi verso temi universali.
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